Era del politeismo alimentare: soggettive, eterogenee, mutevoli, tedenzialmente più equosociali ed eco responsabili sono gli aggettivi che meglio possono descrivere in estrema sintesi le abitudini alimentari degli italiani. I globashock che vanno dalla mucca pazza in avanti hanno dato un forte impulso al’esigenza di sicureza e genuità dei prodotti. Una scelta che spesso è andata in contrapposizione con l’incessante bisogno di convenienza e tempi di preparazione dei pasti. Il mix di esigenze ha dato vita a una pluralità di combinazioni soggetive e talvolta contrastanti prendendo una dimensione sempre più soggettiva. Non esiste in Italia un McMondo che influenza in maniera univoca le abitudini della spesa degli italiani. Possiamo creare un patchwork di opzioni spesso in contrasto come ad esempio: 1- acquistare prodotti Dop Igp ( categoria sintomo di attenzione alla qualità ) in contrasto con un terzo degli italiani che acquista regolarmente cibi precoti o addirittura scatolame e per tre quarti surgelati 2- acquistare regolarmente prodotti di agricoltura biologica in contrasto con tre quarti acquista anche surgelati, circa due terzi anche scatolame e prodotti marchio distributore 3- acquistare prodotti di commercio equo-solidale in contrasto con una nettissima maggioranza di persone che acquista prodotti a marchio del distributore. Addirittura si recano presso fast food il 27% degli acquirenti equo-solidale , il 26,7% degli acquirenti di frutta e verdura da agricultura biologica e il 22,6% degli acquirenti di prodotti Dop e Igp ed infine il 21,6% di coloro che acquistano direttamente dal produttore. Si può in sintesi riassumere dicendo che gli italiani mangiano di tutto senza tabù combinando combinazioni soggettve di alimenti e luoghi di acquisto. E’ chiaro che l’avanzata delle Gdo così come la crisi degli esercizi tradizionali hanno favorito una spiccata crescita degli acquisti diretti dal produttore inclusi i mercati del contadino, soluzione che risponde alle esigenze di genuinità convenienza e sicurezza. Va condiderato che un quarto degli italiani dichiara che mangerebbe molta più frutta fresca se costasse un pò meno così come un quinto farebbe la stessa cosa con la verdura e gli ortaggi. Salutismo e sicurezza sono le leve principali della scelta alimentare degli italiani anche se non determina concretamente quello che le persone mangiano.